Quando un clima lavorativo tossico danneggia la salute: risarcimento per straining, stalking e lesioni personali
Il clima stressante e tossico sul posto di lavoro può creare gravi danni psicologici e fisici per i dipendenti, che a volte si trovano costretti a chiedere il risarcimento per il danno subito. Sebbene l’ansia sia una condizione che può dipendere dal carattere personale di ciascuno, è altrettanto vero che situazioni di stress sul lavoro, volute o non volute dal datore, possono esacerbare questo stato, con conseguenze dannose per la salute mentale e fisica.
In molti casi, il datore di lavoro ha il dovere di garantire non solo la sicurezza fisica, ma anche il benessere psicologico dei suoi dipendenti. Quando questo impegno viene a mancare, il lavoratore potrebbe essere giustificato nel chiedere un risarcimento danni, facendo ricorso a fattispecie giuridiche come lo straining, lo stalking lavorativo o le lesioni personali. Lo straining si configura come una forma di stress lavorativo meno grave del mobbing, ma comunque dannosa per il dipendente.
Si tratta di un comportamento in cui il datore di lavoro adotta azioni che creano una condizione logorante, che provoca ansia e tensione. Non è necessario che lo straining si ripeta in modo continuo, ma è sufficiente che l’ambiente lavorativo diventi stressante, ad esempio con il mancato rispetto delle pause o la costante pressione sul dipendente. A differenza del mobbing, che implica un’intenzionalità persecutoria continuativa, lo straining si configura più facilmente come una forma di illecito, ed è quindi più facilmente risarcibile.
Lo stalking lavorativo, invece, è un reato penale vero e proprio, disciplinato dall’articolo 612-bis del Codice penale. Si configura quando un datore di lavoro o un superiore gerarchico mette in atto comportamenti persecutori che creano un grave stato di ansia o paura nel dipendente, come minacce di licenziamento immotivate, molestie verbali o controlli ossessivi.
Questi comportamenti violano la tranquillità psicologica del lavoratore e sono perseguibili legalmente con la possibilità di avviare una querela. La differenza tra lo straining e lo stalking risiede nella gravità e nella continuità del comportamento persecutorio, con lo stalking che assume una connotazione decisamente più pesante e dannosa. Infine, le lesioni personali, che normalmente riguardano danni fisici, possono anche comprendere i danni psicologici, come l’ansia prolungata, l’insonnia e altre patologie mentali derivanti dal comportamento del datore di lavoro. L’eccessivo carico di lavoro, le ore straordinarie e la pressione continua possono sfociare in disturbi psicosomatici che configurano una lesione al benessere del dipendente.
In questo caso, è necessario fornire prove documentali, come certificati medici, per dimostrare il nesso causale tra la condizione di stress e l’ambiente lavorativo. Per ottenere il risarcimento, il dipendente deve dimostrare sia il danno subito che il legame causale con l’ambiente lavorativo. Il datore di lavoro, a sua volta, avrà il compito di dimostrare di aver preso tutte le misure necessarie per prevenire tali danni. In ogni caso, è fondamentale supportare la richiesta con documentazione medica che certifichi la condizione di stress o i disturbi derivanti dall’ambiente lavorativo.
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